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Possiamo intuire, il valore profondo della parola poetica; che sia la sua perfezione estetica o la sua capacità di evocare bellissime immagini o la sua corrispondenza con i vissuti personali, in ogni caso la poesia ci tocca. A volte più profondamente di quanto siamo disposti ad ammettere. Perché questo accade? Perché in poesia si utilizza un linguaggio che non è logico-razionale ma metaforico e simbolico, lo stesso linguaggio della fantasia, dell’ispirazione e del mito. Lo stesso linguaggio dei sogni. Nel sogno agisce la stessa funzione che è presente nella poesia e nella produzione artistica umana: la funzione simbolica. La metafora, che è alla base della creazione poetica, si esprime anche nei sogni individuali attraverso immagini e scene surreali che contengono sempre simboli dotati di significato profondo. E dunque, considerando quest’intimo legame tra sogno e poesia, si può meglio comprendere come essa costituisca un’espressione profonda della psiche umana. Oltre al suo aspetto letterario la poesia mantiene sempre una connotazione esistenziale che riguarda tutti gli esseri umani e in tal modo diviene un mezzo di comunicazione transculturale e transpersonale. Sia per chi scrive che per chi legge le parole e le metafore poetiche costituiscono chiavi essenziali di accesso a quelle parti profonde e spesso sconosciute del mondo interiore che contengono emozioni e risorse personali. Il linguaggio poetico promuove l’immaginazione e fa scoprire nuove associazioni tra pensieri ed eventi, così come la comprensione del simbolismo poetico e dell’uso della metafora facilita un ampliamento della consapevolezza personale e del valore liberatorio della parola terapeutica che risiede in ognuno di noi e che in ogni momento della vita può versare il suo balsamo sulle umane ferite. Dentro ognuno di noi scorre un fiume interminabile di sensazioni, immagini, ricordi e risorse inespresse e ognuno di noi ha la possibilità di attingervi per creare poesia. La mente umana contiene una funzione poetica in grado di dare voce all’inesprimibile, così come all’ineffabile e all’oscuro. Con le parole della poesia si possono comunicare e condividere tutte le emozioni, si può parlare di giustizia, di libertà, di vita, di morte. Si possono trasmettere immagini, evocare sensazioni, indurre sentimenti positivi, fede e fiducia. Con le parole della poesia si può rendere visibile l’invisibile. Attraverso questa funzione creativa, che si esprime con la poesia, la lingua si libera dai limiti razionali e crea nuovi spazi comunicativi, nuovi modi di entrare in contatto con gli altri e con il mondo. Le immagini poetiche parlano al cuore e all’emisfero destro del nostro cervello, luoghi dove risiedono quelle risorse profonde che conducono al superamento dei limiti e all'autoguarigione. I simboli e le metafore poetiche aiutano a scoprire nuovi collegamenti tra gli eventi, aiutano a comprendere l’unità di tutto ciò che esiste e le potenzialità della nostra mente; leggere e scrivere poesia amplia la nostra coscienza e disintossica la nostra anima. |
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πππππ πΊπππππππππππΜLa pratica del silenzio è intesa non solo come astensione dalla parola, ma anche come tentativo per ridurre la quantità di pensieri, placare l'attività frenetica della mente e trovare così il silenzio interiore. La pratica del silenzio viene considerato una forma di disciplina spirituale presso alcune forme di religione e spiritualità. Questo avviene particolarmente in quelle orientali: ad esempio, nel contesto induista, il silenzio è una delle forme di sadhana(indica la disciplina spirituale, ovvero l'insieme di tutte quelle pratiche, rituali, austerità che vengono eseguite con regolarità e concentrazione, con lo scopo di ottenere Moksha, la liberazione.)πππππ π΄πππππIl silenzio, come assenza di suono, è anche considerato una componente fondamentale della musica. Essendo naturalmente privo di tono, timbro e intensità, l'unica caratteristica che condivide con il suono, in un contesto musicale, è la durata.πππππ π·πππππRamon Panikkar:“«In principio era la parola»; ma la Parola non era il principio.Il principio - l’arché - è il silenzio. E dal silenzio nasce, appare, si rivela la parola. E ogni parola che non sia gravida di silenzio non è una parola.” |
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Le parole della poesia hanno una specie di “potere magico”, indipendentemente da quello che vogliono dire. Esse dipendono dai suoni. L’ascoltatore riceve dai tipi di suoni che ascolta dei messaggi che indirizzano il suo stato d’animo: suoni dolci e aperti indirizzano alla serenità; suoni “che tremano” aumentano la tensione emotiva; suoni cupi e bui oppure suoni duri creano un clima teso e disarmonico. Questo avviene indipendentemente dal significato della parola: ma se poi la parola ha un significato omogeneo con la sensazione che viene trasmessa dal suono, il suo potere viene raddoppiato. I testi di poesie sono finalizzati a una riflessione generale sul suono delle parole e quindi verranno analizzati su questo piano. |
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Lo haiku è una forma poetica molto breve, composta da un quinario, seguito da un settenario e da un secondo quinario (5-7-5 sillabe)Nell’accezione classica, parte fondamentale dello haiku, è un "termine particolare" (kigo) che identifica, evocandola, una stagioneQuesto componimento poetico è infatti strettamente connesso alla "natura". E’ l’espressione del sentimento che il contatto con la natura suscita. Il kigo (o riferimento stagionale) non deve necessariamente essere il nome stesso della stagione, ma più semplicemente un elemento che ne consenta l’individuazione, suscitando sensazioni ed emozioni legate al momento descritto. E’ questa parola che "carica di significato" e "colora" il contesto della composizione. E’ la "voce della natura". Non urla mai, sussurra all’orecchio. Il kigo è un termine obbligato nella stesura di un haiku, anche se alla fine del secolo scorso è stato ampiamente contestato e considerato quasi un’inutile artificio letterario.Lo haiku che non include il kigo (mu-kigo) cioè "senza stagione", non deve in ogni caso intendersi privo di significato.Le stagioni segnano il ritmo della vita per flora e fauna. I loro colori, i loro profumi, danno all’esistenza stessa dell’uomo una "profondità diversa", illuminando o spegnendo, evocando o disperdendo emozioni antiche e sempre nuove sensazioni.La natura detiene una stretta correlazione con la quotidianità e la quotidianità è fatta di semplici cose, tanto semplici da non essere notate proprio perché troppo consuete ed entrate nell’abitudine di ogni giorno. Ma nulla è troppo piccolo e tanto meno insignificante.Lo haiku coglie la grandezza di "un attimo fuggente”.Chi compone lo haiku (haijin) non deve solo concentrarsi sulla brevità del componimento, ma e soprattutto sulla profonda spiritualità insita nello stesso."L’essenza" dello haiku è radicata nei tuoi sensi, nella tua capacità di vedere sentire, gustare, toccare, odorare. E’ nel potere insito in te di distogliere l’attenzione dal "tutto" e catturare "quella cosa" di cui vuoi parlare, andando oltre a ciò: creando un "vuoto" tutt’intorno ad essa, svuotandola di qualsiasi orpello ed abbellimento.Quello che rimane è solo "essenzialità".Lo haijin non scrive "E’ QUELLO", ma semplicemente "QUELLO". Altro non serve."L’arte occidentale trasforma l’impressione in descrizione. Lo haiku non descrive mai: la sua arte è anti-descrittiva, nella misura in cui ogni stadio della cosa è immediatamente, caparbiamente, vittoriosamente trasformato in una fragile essenza di apparizione" ed ancora: L’Occidente inumidisce di senso ogni cosa" (Ronald Barthes – L’impero dei segni) ed Alan Watts sembra fargli eco asserendo che "Lo haiku è un sasso lanciato nello stagno della mente di chi ascolta".Per scrivere haiku è prima di tutto indispensabile cambiare il nostro rapporto con il mondo e soprattutto con noi stessi, modificare il nostro "modo di essere". L’occidente è loquace. L’oriente silenzioso. Ma in questo suo silenzio stanno le radici di infinite parole. A volte il silenzio è la più alta voce dell’espressione.Lo haiku trascende le limitazioni imposte dal linguaggio.E’ l’atto finale di un’azione contemplativa che valorizza le suggestioni scaturite "dall’incontro con la vera essenza della natura" in "un determinato momento", attraverso la lettura segreta di contrasti, colori, impressioni, che quell’incontro ha suscitato.E’ il risultato di una "meditazione interiore". E’ il punto d’arrivo di un cammino, non l’inizio. I versi di cui si compone esprimono l’essenzialità di sensazioni e sentimenti che emergono dall’animo con immediatezza.Il silenzio nel rileggere porterà alla completa comprensione."Ascoltare" con attenzione la profonda intimità che si crea tra colui che "ha scritto la poesia" e colui al quale "la poesia è diretta". |